Il Coriandolo cresce spontaneo lungo le coste del Mediterraneo e sporadicamente anche in Italia, nelle aree in cui viene coltivato; esso appartiene alla famiglia delle Ombrellifere . Si coltiva in tutto il mondo, poiché si utilizzano le foglie e soprattutto i frutti, detti semi: questi ultimi hanno forma tondeggianti, sono di colore marrone chiaro, e caratterizzati da un profumo sgradevole se immaturi, mentre una volta maturi forniscono un aroma piacevole; essi inoltre mantengono la loro capacità di germinazione per almeno due anni. Il coriandolo è una pianta erbacea piuttosto esile, ben ramificata fino a 60 centimetri, coltivata secondo un ciclo annuale o biennale. I fiori sono molto piccoli, hanno cinque petali di colore bianco o rosa e sono riuniti in infiorescenze ombrelliformi che maturano in maniera graduale; la fioritura avviene ad inizio estate, soprattutto nei mesi di giugno e luglio.
Coriandrum Sativum
Le foglie presentano una notevole variabilità di forma a seconda dello stadio vegetativo a cui suono giunte e della posizione in cui sono inserite: esse possono essere bipennate o tripennate, con lobi arrotondate o profondamente incise. Le foglie sono molto aromatizzate e sono indispensabili per il curry, anche se utilizzate singolarmente hanno un aroma ritenuto troppo forte. I frutti secchi sono degli acheni tondi, dal sapore molto pepato e gradevole. Questi ultimi si usano per aromatizzare le carni insaccate, quelle arrostite, le salse e i liquori. Gli acheni tondi sono quelli che siamo abituati a ritrovare tra le spezie nei punti vendita di alimentari. Il coriandolo si semina negli orti dalla primavera all’autunno, per disporre di foglie fresche in ogni stagione. Invece per produrre i frutti aromatici si effettua la semina all’autunno o a fine inverno, se il clima è rigido, alla volata o in file regolari. Le piante si tagliano al piede quando sono gialle e poi si trebbiano.